Comunicato stampa
In relazione alle notizie di stampa relative all’arrivo dei richiedenti asilo nel territorio triestino attraverso la rotta balcanica, ICS precisa quanto segue.
Come nel corso di tutta l’estate, il numero di persone che chiedono di accedere alla procedura di asilo si situa in una forbice tra 7 e 15 al giorno. Nel corso del mese di settembre questo numero è rimasto stabile e, semmai, è in leggera crescita. Le recenti affermazioni dell’assessore regionale Roberti, che afferma vi sia stato un recente crollo degli arrivi, appaiono pertanto errate e frutto di una propaganda ideologica totalmente scollegata con la realtà dei fatti.
L’estate 2018 ha visto un aumento inevitabile degli arrivi sul territorio in ragione della fuga dei rifugiati dalle inaccettabili e drammatiche condizioni in cui si trovano nei paesi di transito e, in primis, in Bosnia, dove non possono godere di alcuna assistenza materiale e giuridica effettiva. La situazione triestina rimane, come si vede dai numeri complessivamente modesti, del tutto gestibile in via ordinaria e non giustifica alcun allarmismo.
Il rafforzamento dei controlli al confine non ha avuto alcun effetto reale sulla diminuzione degli arrivi, né potrebbe averlo perché – nel rispetto delle convenzioni internazionali, del diritto dell’Unione e del diritto interno – in nessun caso i richiedenti asilo possono essere respinti al confine, ma la loro domanda va sempre registrata dagli organi preposti. Semmai la vigilanza dei confini pare abbia contribuito a produrre un aumento delle domande di asilo presentate a Trieste da parte di persone fermate nell’ambito dei controlli le quali, altrimenti, avrebbero probabilmente proseguito il viaggio formalizzando la loro domanda altrove.
ICS ricorda ancora una volta che l’accordo di riammissione tra Italia e Slovenia riguarda solo i migranti irregolari intercettati nell’attraversamento, e non i richiedenti asilo per i quali trova applicazione il Regolamento Dublino III, attraverso cui stabilire se è l’Italia o un altro paese europeo a dovere esaminare la domanda di asilo. Ogni riammissione di richiedenti asilo in Slovenia avverrebbe quindi in violazione della normativa vigente e dovrebbe essere oggetto di massima attenzione da parte della magistratura per l’individuazione di eventuali irregolarità.