Comunicato Stampa
L’eccidio di matrice razziale e anti-islamica, che ha causato quasi 50 morti in due moschee della città di Christchurch in Nuova Zelanda, facilmente sarà visto in Italia come un episodio lontano dal nostro contesto europeo. Ma non è così: la strage non è avvenuta in un Paese impoverito e lacerato da guerre e tensioni, ma in uno tranquillissimo e ricco, con un ordinamento democratico, appartenente a tutti gli effetti al mondo occidentale.
La strage di Christchurch è maturata in un contesto di odio razziale e anti-islamico, caratterizzato dal rifiuto della società plurale aperta alle migrazioni. Una situazione che, con piccole varianti, si ritrova anche nelle società europee e in quella italiana in particolare. Non è un caso che tra i modelli ispiratori dei terroristi bianchi ci sia anche Luca Traini, oggi in carcere per la tentata strage di Macerata e già noto esponente della Lega Nord.
In attesa di (improbabili) parole di condanna e di cordoglio da parte del governo italiano, è necessario lanciare ancora una volta l’allarme su quelle scelte politiche che alimentano una costante contrapposizione tra “noi” e “loro”, costruiscono l’immagine dello straniero come un nemico o un invasore, producono incessantemente provvedimenti discriminatori che non risparmiano neppure i bambini, ostacolano apertamente ogni forma di integrazione sociale dei migranti (come la folle campagna politica in atto contro l’accoglienza diffusa dei rifugiati), creando in questo modo le basi per l’esplosione del conflitto sociale.
Una concezione del tutto grottesca della nozione di sicurezza opera ogni giorno nel tessuto sociale dell’Italia (e del Friuli Venezia Giulia) agendovi come un cancro. È urgente, per la tenuta stessa dell’ordinamento democratico su cui si fonda la Repubblica nata dalla Resistenza, invertire il degrado sociale e culturale del Paese rimettendo al centro dell’agire pubblico i valori costituzionali della solidarietà e della difesa della dignità di ogni persona.