Confuse e incoerenti le dichiarazioni del ministro Piantedosi sul Silos. Siamo di nuovo di fronte a respingimenti illegali?
Le dichiarazioni rilasciate dal ministro Piantedosi a seguito dell’interrogazione parlamentare della senatrice Rojc appaiono confuse e poco coerenti. In primo luogo va ricordato che l’Ostello Scout di Prosecco – che si finge di individuare quale nuova soluzione – è utilizzato in modo ininterrotto come struttura di prima accoglienza per richiedenti asilo fin dalla primavera 2020, quasi sempre a piena capienza (un centinaio di posti). Ciò non ha però evitato il prodursi della situazione di degrado del Silos, giunta al suo apice a causa di serie inadempienze istituzionali nel corso del 2023. Sia l’Ostello che Casa Malala non sono infatti state utilizzate in modo razionale, quali strutture ad alta rotazione e rapido ricollocamento degli ospiti nel resto del territorio nazionale, bensì le persone vi sono rimaste settimane e talvolta mesi, costringendo i circa 2.000 richiedenti asilo che hanno presentato domanda di asilo a Trieste nell’ultimo anno (numero complessivamente assai modesto) a trovare misero rifugio nel Silos o in altre situazioni di fortuna. L’utilizzo dell’Ostello, che dunque non è affatto una novità, non rappresenta di per sé alcuna soluzione se non verrà realmente attuato, a regime, il piano di prima accoglienza e ricollocamento dei richiedenti asilo da sempre sottolineato da questo Ente. Il Silos non potrà dunque essere chiuso né dall’attuale proprietà né da una eventuale prossima finché tale luogo sarà costretto a svolgere le funzioni di una sorta di indegna “stanza di attesa” di richiedenti asilo, ai quali non viene assegnato il posto di accoglienza di cui essi hanno diritto, in chiara violazione delle normative vigenti.
Il ministro Piantedosi riferisce altresì che sono stati effettuati 1.352 respingimenti al confine italo-sloveno nel periodo compreso tra il 21 ottobre 2023 e il 12 marzo 2024, nel quale è stato ripristinato il controllo della frontiera interna. Non si comprende l’accostamento di tali dati con le sovra evidenziate inefficienze istituzionali nell’organizzazione del sistema di accoglienza, dal momento che il ripristino dei controlli alle frontiere interne non modifica in alcun modo il diritto del cittadino straniero a chiedere asilo alla frontiera italiana. Intende Piantedosi alludere al fatto che vi sono stati respingimenti di richiedenti asilo? A ICS non risultano elementi in tal senso, ma se il ministro alludesse a ciò, tali respingimenti sarebbero avvenuti in aperta violazione delle normative internazionali ed europee, ripristinando la situazione di totale illegalità al confine triestino che si riteneva superata dopo la fine delle riammissioni illegali. Chi sono dunque questi “respinti” di cui il ministro parla? Di quali nazionalità e provenienze? Sono stati emessi e notificati agli interessati i provvedimenti amministrativi di respingimento, motivati in fatto e in diritto? Sono tutte domande al quale il ministro è tenuto a dare tempestiva risposta.