Il tentato sequestro e le responsabilità istituzionali nell’emarginazione dei più vulnerabili
La grave vicenda del tentato sequestro a scopo estorsivo ai danni di un giovane pakistano, avvenuto in uno degli edifici abbandonati nell’area del Porto Vecchio, richiama ancora una volta l’attenzione sulle gravi responsabilità istituzionali che alimentano situazioni di emarginazione. Persone come la vittima, costrette a rifugiarsi in luoghi di fortuna, non ricevono misure di accoglienza tempestive e adeguate, cui avrebbero diritto. In simili contesti, diventa inevitabile l’esposizione a violenze da parte di gruppi criminali che facilmente approfittano della vulnerabilità di chi è stato abbandonato.
Le persistenti carenze istituzionali nell’assicurare la prima accoglienza (come previsto dalla legge per i richiedenti asilo) e le misure di soccorso umanitario alle persone in transito – tra cui molte famiglie, minori e situazioni vulnerabili – rappresentano il principale fattore che rende possibile il nascere e diffondersi di fenomeni criminosi. Senza un cambiamento strutturale, tali eventi non potranno che continuare e, anzi, proliferare.
Di conseguenza, è privo di senso invocare un rafforzamento delle misure di sicurezza nell’area o nuove operazioni di sgombero, se non si interviene prima sulla questione principale: l’assenza di adeguati interventi di assistenza e accoglienza da parte delle istituzioni.