La drammatica vicenda della Wartsila va affrontata in una dimensione europea
ICS, come espresso nel proprio statuto e nella sua storia ventennale, ha come obiettivo la tutela dei diritti fondamentali della persona, a iniziare dal diritto al lavoro. Pertanto esprime la propria incondizionata solidarietà ai lavoratori della Wartsila e condanna la spregiudicata politica messa in atto dall’azienda finlandese.
La sostanziale unitarietà delle posizioni espresse dalle forze politiche e sindacali della città e della regione è un fatto molto positivo. Tuttavia si evidenzia come sia quasi assente una riflessione su quanto la vicenda Wartsila abbia una dimensione che investe la politica europea nel suo complesso, evidenziandone i gravi limiti. ICS ricorda come il TFUE (Trattato sul funzionamento della UE) prevede che l’Unione abbia competenza concorrente a quella degli Stati per ciò che riguarda la “coesione economica, sociale e territoriale” (art.4) e che “l’Unione ha competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l’azione degli Stati membri” in diversi campi tra cui, in modo espresso, l’industria (art.5). Il fatto che una grande azienda europea compia scelte che spezzano una storia industriale di lungo corso, producendo grave disoccupazione in uno Stato dell’Unione (l’Italia) a beneficio di un altro Paese della stessa Ue (la Finlandia), pone seri interrogativi sulla compatibilità di tali scelte con il coordinamento delle politiche economiche ed occupazionali all’interno dell’Unione previsto dai Trattati.
La crisi della Wartsila, per le sue caratteristiche e dimensioni, non può pertanto essere affrontata solo sul piano nazionale e ancor meno su quello locale, ma va pertanto affrontata richiedendo con determinazione un coinvolgimento diretto delle istituzioni europee, compreso il Parlamento Europeo.