La Giornata della Memoria deve essere monito vivente contro il ritorno delle ideologie autoritarie in Europa. Solo in tal modo le celebrazioni rafforzano i valori costituzionali
In occasione della ricorrenza della “Giornata della memoria”, in cui si ricordano le agghiaccianti violenze perpetuate dal regime nazista contro ebrei, omosessuali, zingari, detenuti politici e minoranze etniche, ICS chiede a tutte le istituzioni di agire affinché tali tragici eventi non si ripetano.
Come ampiamente chiarito da tutti gli autorevoli studi storici, lo sterminio è stato il frutto di un programma che mirava all’eliminazione delle “diversità” in attuazione di un’ideologia totalitaria, che ha preso corpo attraverso tappe il cui inizio è stata l’introduzione di misure discriminatorie e leggi speciali che hanno progressivamente messo ai margini della società e “disumanizzato” coloro che solo successivamente sarebbero stati sterminati.
Come ha ricordato con lucidità Primo Levi,
“A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che ogni straniero è nemico. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente. Ma quando il dogma inespresso diventa premessa allora al termine della catena sta il lager” (prefazione a Se questo è un uomo, 1947).
L’Europa e l’Italia vedono oggi il ritorno di ideologie politiche violente che esplicitamente inneggiano alla discriminazione su base etnica, religiosa, linguistica e si oppongono apertamente alla società plurale. In particolare, fomentando la paura verso le migrazioni in generale, è stata costruita una larga fortuna politica che punta a identificare negli stranieri i nuovi nemici. Ciò costituisce una concreta minaccia verso gli ordinamenti democratici, come quello italiano, nati dal ripudio del nazi-fascismo, come insegnano i casi della “democrazia illiberale” in Ungheria o quello della tentata demolizione dello stato di diritto attuato a lungo in Polonia.
Per continuare a essere monito vivente che rinforza i valori costituzionali la Giornata della memoria 2024 deve dunque, anche a Trieste, ricordare il passato ponendo però al centro i rischi attuali che corrono le società europee di oggi.