La ministra Lamorgese ammette che è illegale respingere i richiedenti asilo: cos’è avvenuto dunque in questi mesi a Trieste?
Nel corso della sua visita a Trieste la ministra Lamorgese, rispondendo a una domanda di una giornalista de Il Piccolo, ha affermato in modo netto che le riammissioni verso la Slovenia non si possono applicare ai richiedenti asilo. Si tratta di un’affermazione di assoluta importanza che ristabilisce un piano di legalità, ma che contraddice in modo diretto e sconcertante ciò che lo stesso ministero – in data 24 luglio 2020 – ha sostenuto attraverso una nota in risposta all’interrogazione parlamentare presentata dall’On.le Riccardo Magi.
In quell’occasione il Governo italiano aveva ammesso, a differenza di quanto affermato ora dalla ministra Lamorgese, che le riammissioni informali si applicano «anche qualora sia manifestata l’intenzione di chiedere protezione internazionale».
Nessun richiedente asilo può essere respinto alla frontiera italiana, in quanto ciò è in conflitto con
gli artt. 3 e 13 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, gli artt. 3, 4 e 14 del Regolamento
(UE) n. 2016/399 e gli artt. 3, 4, 6-11 del Regolamento (UE) n. 604/2013, anche detto Dublino III.
ICS aveva ricordato – già a giugno – che erano in atto respingimenti illegali di richiedenti asilo, attuati tuttora secondo un meccanismo di respingimenti a catena vietati dal diritto internazionale. Dopo aver impedito ai migranti di presentare la domanda di asilo in Italia, essi vengono deportati, senza alcun provvedimento, attraverso tre paesi dell’Unione Europea (Italia, Slovenia e Croazia) per essere infine respinti in Bosnia con l’uso di violenze efferate e torture. I respingimenti verso la Bosnia sono documentati da tutti i rapporti internazionali e l’ICS stesso ha raccolto decine di testimonianze che verranno utilizzate in procedimenti giudiziari in fase di definizione.
Se i richiedenti asilo non si possono riammettere in Slovenia cos’è dunque successo a Trieste in questi mesi? Chi ha dato l’ordine di respingere i migranti che hanno cercato inutilmente di chiedere asilo? Come ha funzionato (e funziona tuttora) la catena di comando e quali sono le responsabilità a livello delle autorità centrali e a livello delle articolazioni periferiche dello Stato?
Ciò che sembra emergere con chiarezza è che a Trieste, nell’estate 2020, stia avvenendo un’estesa e macroscopica violazione della legalità che non ha precedenti nella pur tribolata storia italiana e che ha probabilmente portato al respingimento illegale di centinaia di stranieri che hanno inutilmente tentato di chiedere asilo al nostro Paese.
È necessario che questa situazione cessi immediatamente e che il Parlamento e la magistratura, ognuno per le proprie competenze, avviino un’inchiesta su quanto è accaduto.