La piazza delle Libertà 2024: per il diritto ad andare, per il diritto a restare
Il Centro Diurno di Via Udine 19, gestito da San Martino al Campo e sostenuto da una Rete di associazioni di cui fa parte anche ICS, è un primo luogo di accoglienza per chi è costretto a una vita in strada. Le persone sorseggiano un tè bollente accompagnato da dei biscotti, offerti dalle volontarie e dai volontari che frequentano il centro. Nel trambusto, c’è chi gioca a calcetto, chi segue le lezioni di italiano, e chi con pazienza cerca di risolvere le questioni legali più intricate con il supporto degli operatori socio legali e dei mediatori culturali. È un luogo pieno, il Centro Diurno: pieno di colori, persone, speranze, parole. Un caloroso abbraccio anche nelle giornate più fredde.
Il lavoro con le persone in strada effettuato dall’operatrice legale e dal mediatore culturale di ICS non sarebbe possibile senza una Rete solidale attorno: un’affiatata equipe di operatori sociali, mediatori, volontarie e attivisti che insieme pratica il cambiamento che vorrebbe vedere nel mondo. La Rete solidale ogni anno raccoglie donazioni e beni di prima necessità: contattaci per avere maggiori informazioni e praticare il cambiamento assieme a noi.
È dal 2022 che a Trieste assistiamo a un abbandono in strada delle persone richiedenti asilo in attesa di accoglienza: mesi dopo lo sgombero del Silos la prima accoglienza delle persone migranti in città continua a essere un problema. Gli arrivi sono diminuiti rispetto a un anno fa, ma i posti per dormire messi a disposizione dalle associazioni non sono comunque sufficienti e a fine settembre quasi duecento migranti hanno dovuto dormire per strada. Sono persone che arrivano attraversando la cosiddetta “rotta balcanica”, un percorso lungo e pericoloso che parte dall’Asia e via terra passa da Grecia, Albania, Montenegro, Croazia e Slovenia. Per anni molti si sono riuniti al Silos, dormendo in tende o in sacchi a pelo all’aperto, e adesso non hanno un altro posto dove andare.