Lamorgese e i respingimenti informali fra verità e menzogne. Rilanciamo la manifestazione del 26 a Udine
Come noto nel corso della sua visita a Trieste il ministro dell’Interno Lamorgese ha evidenziato, rispondendo alle domande dei giornalisti, che le riammissioni non possono riguardare i richiedenti asilo. Si tratta di una dichiarazione di grande importanza che tenta di ripristinare una legalità violata dallo stesso Governo italiano quando, a fine giugno, ha formalmente sostenuto l’opposto ovvero che si possono respingere in Slovenia anche i richiedenti asilo, in spregio alle norme internazionali e al diritto interno. Solo due giorni dopo la visita a Trieste lo stesso Ministro tuttavia ha riferito in Senato che sono state 872 le riammissioni verso la Slovenia tra il 1 gennaio e il 7 settembre. Un numero abnorme che non ha precedenti. Chi sono dunque le persone straniere riammesse se non sono i richiedenti asilo? Dai dati disponibili risulta che vengono respinti, a centinaia, persino persone provenienti da aree di guerra come l’Afghanistan e l’Iraq in chiaro bisogno di protezione internazionale. La ministra Lamorgese ha rivendicato quindi il successo delle riammissioni di cittadini stranieri quando è chiaro che esse hanno colpito in larga parte di richiedenti asilo ai quali è stato impedito di chiedere ed ottenere protezione in Italia; inoltre ha altresì assicurato che verranno persini intensificati i controlli di frontiera e che le riammissioni continueranno. Un quadro di contraddizioni, omissioni, violazioni delle leggi e furberie veramente inaccettabile. Sono finora oltre 55 le associazioni, enti, cooperative che hanno finora aderito alla manifestazione indetta dalla Rete per sabato 26 settembre 2020 a Udine e le adesioni continuano ad arrivare. La Rete e le associazioni aderenti pretendono dunque assoluta chiarezza sulla reale cessazione delle riammissioni degli stranieri che alle frontiere e del territorio intendono chiedere asilo ristabilendo realmente la legalità così gravemente violata.