Le scomposte dichiarazioni di Roberti ridicolizzano la Regione e coprono mancanze istituzionali
In un ordinamento democratico il sistema giuridico e, in particolar modo, l’ordinamento penale, è uguale per tutti, senza che possano essere introdotte distinzioni per qualunque ragione (in base all’etnia, la religione, appartenenza l’appartenenza a determinato gruppo sociale o a una data condizione giuridica). Altresì la normativa europea e interna che regola la condizione giuridica dei richiedenti asilo è pienamente in vigore, né potrebbe essere diversamente trattandosi di diritti fondamentali della persona.
Per tali evidenti ragioni, la proposta del sig. Roberti di sanzionare in modo differenziato – ponendo una distinzione a seconda che si tratti di un richiedente asilo o di un qualunque altro cittadino – le infrazioni alle disposizioni per il contenimento della diffusione del coronavirus, e addirittura di revocare il diritto d’asilo è moralmente aberrante e giuridicamente priva di senso. Ove fosse inoltrata alle autorità governative, sarebbe ignorata ridicolizzando la nostra regione. L’episodio che ha visto ancora una volta protagonista Roberti potrebbe pertanto essere ignorato come parentesi di pessimo gusto, se non fosse una chiara manifestazione di inadeguatezza istituzionale.
Da più parti sono state evidenziate situazioni di cosiddetti assembramenti di cittadini stranieri nella zona della stazione centrale; fermo restando che si tratta di numeri al momento alquanto contenuti grazie alle associazioni di volontariato che operano sull’area, va ricordato che non si tratta di persone che scelgono volontariamente di stazionare all’aperto, bensì di persone senza dimora tuttora prive di un ricovero per inerzia delle autorità che, proprio in attuazione delle disposizioni di cui al DPCM 9.03.2020, hanno l’obbligo di provvedere a procurare ad essi un ricovero sia notturno che diurno. ICS sta monitorando la situazione e, in caso di persistente inadempienza, valuterà se segnalare alla magistratura le condotte omissive da parte dei pubblici poteri chiamati a provvedere.