Verso una nuova forma di violenza contro i rifugiati?
Le condizioni di grave pericolo per «l’igiene, la sicurezza e l’incolumità pubblica» di coloro che sono costretti a trovare riparo al Silos sono state certificate dall’inerte ASUGI con un ritardo di quasi due anni rispetto a fatti noti che hanno occupato le pagine dei giornali di mezza Europa. E con lo stesso colpevole ritardo il Sindaco Dipiazza esce dal nulla in cui si era tenacemente avvolto per emanare un’ordinanza di sgombero.
L’inagibilità e la pericolosità del luogo sono fuori discussione, ma lo sgombero non è una soluzione. È solo altra violenza che si aggiunge a quella che miglia di persone abbandonate hanno dovuto subire in questi anni. Le persone presenti al Silos verranno trasferite altrove (nessuna novità in ciò: i trasferimenti, lenti e tardivi, ci sono da anni), ma dove andranno coloro che hanno diritto all’accoglienza secondo la legge ma arriveranno i giorni successivi alla sgombero e alla chiusura del luogo?
Non c’è risposta alla domanda, perché i lavori di ampliamento dell’Ostello non sono terminati (e neppure iniziati). Eppure, circa un mese fa, il Prefetto Signoriello aveva solennemente dichiarato di fronte al Questore e a tutte le associazioni che la chiusura del Silos sarebbe avvenuta solo quando sarebbe stato pienamente operativo l’Ostello di Prosecco, con nuova capienza e in regime di alta rotazione per evitare di ritornare subito nella situazione attuale di mancanza di posti. Dipiazza, che oggi afferma che «se ne frega» di dove andranno i rifugiati, lo sa? Qual è il nuovo gioco che è in atto sulla «merce umana» rappresentata dai rifugiati?
È necessaria un’immediata forte mobilitazione civile e morale di tutta la città per evitare nuove gravi violenze e illegalità verso persone i cui diritti fondamentali vanno tutelati.